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Di una sera limpida sulla consortile
e l’erba schiacciata della banchina odorava di muffa
sotto una longherina irregolare e scoperta – finiva la corsa
nel sottostante campo di girasoli
del suo cuore: una linea
rumorosa interrata – un bisusato straccio da officina.
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Maria Grazia Calandrone
Tratto da
Ministero della realtà teatro di sinistri mortali
Seconda classificata al
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Vania Ginanneschi, 17 anni – Grosseto – 30.9.1976 – 26.8.1994
Il pensiero che quando fu scagliata contro la morte avesse qualche secondo (troppo) di coscienza per quello che sarebbe successo ci punge il cuore.
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Era mite, amorosa e fiduciosa. Dopo quindici giorni avrebbe cominciato a frequentare la V commerciale. E invece il suo piccolo mondo e il “grande” mondo dei grandi l’hanno tradita. Speriamo che non veda, altrimenti le verrebbe confermato che agli altri non importa niente della vita degli altri e che la considerano come un bisusato straccio di officina.
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Non c’era bisogno di rimandare otto volte il processo penale (e quindi rinnovarci la vertigine del dolore) per poi in meno di cinque minuti concedere il patteggiamento, con testimoni sempre fatti venire da mezza Italia e sempre rimandati. Ora è cominciato quello civile, ma nessuno sa dirci se può essere chiamato tale.
“Stanotte ho sognato gocce di sangue sull’asfalto, e l’erba schiacciata della banchina che odorava di muffa“: lo abbiamo scoperto in un diario tenuto da Vania e abbiamo capito che quelle erano lacrime.
i genitori e la sorella di Vania Ginanneschi
Opuscolo Associazione Vittime della strada