Spalancate l’uscio grande perché sono arrivata
ho spezzato e intersecato e poi ho saldato
ed è il mio essere uomo
è il mio essere donna
che mi ha condotta da voi
mia identica stirpe lasciata a germinare
similitudini e germogli inutili
ora vi porto inscatolata la sola speranza
mia vetrificata genia equivalente perché laggiù
la lepre si è legata le zampe e le gazzelle
hanno lasciato al fiume gli sparvieri
sapete bene che i dischi impilati non serviranno a sciogliere
gli enigmi e il mistero delle casse acustiche
rimarrà nei secoli irrisolto, non parleranno più i silici
e taceranno i circuiti integrati ma
il racconto
e le bocche aperte
e le voci
trasfusi da vena a vena
e i suoni
e le storie
da orecchio ad orecchio sussurrati
rimarranno e saranno mormorati nelle valli e nelle montagne
e i pendii risaliranno e le ripide strade e i sentieri
udranno per sempre e per sempre i bisbigli degli eterni echi.
a.p.
2006 (forse)