Quando la frutta ti prende la mano

E poi si incista la questione e si consuma
e sul lavello la rovina va a poggiarsi
sulle tazze inquieta gira attorno
sopra una brocca di latte sbriciolata
mezzo limone grida sopra un piatto
– I semi secchi e la muffa verdeggiante
viva è la muffa che di me si nutre
e dell’asprezza tutta mi penicillina.

E poi si intorsola la mela e si postura
finisce dentro uno spinoso tema
che sospiroso fiore era una volta
quando fremeva al vento appeso al ramo
ora è sospesa in differenziata
nell’umido regina concimaia.

E poi l’arancia vuole la sua parte
dice che è stata oggetto di ingiustizia
la colpa è della mela, del suo etilene
m’ha fatto maturare prima del tempo
volevo essere arancia prediletta
grossa succosa buona da mangiare
potevo essere spremuta e concentrata
potevo figurare in un primato
poteva un gran pittore nella tela
dipingere i colori dell’estate

Tutto peloso il kiwi s’arriccia in tondo
vi prego per favore nel contesto
queste lamentazioni fanno male
al testo che la donna va scrivendo
perché non state zitti un momentino?
ella voleva scrivere dei versi
fatti di luce e lampi scaturiti
da un’anima profonda dallo spasimo
invece ne è venuto fuori quest’imbroglio
cesto di frutta sfatta sopra un tavolo

27 febbraio 2011  h.11,44

2 thoughts on “Quando la frutta ti prende la mano

  1. la tua dimensione corposa e ironica allo stesso tempo, qui viene fuori ottimamente
    trasporta un verso denso, ma non pesante, anzi leggero, una sospensione direi che fa e dà molto piacere.
    Piaciuta molto Antonella, molto.

    ciao!

  2. grazie, secondo me ero partita bene ma poi ha preso una brutta strada, ma la poesia è venuta fuori così e così la lascio, dolo ora che la rileggo cambio contrastata con concimaia. ciao e ancora grazie per l’attenzione. antonella

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