Luigi Di Ruscio, ne convengo

Caro Luigi tu avevi scritto:

io e mia moglie siamo andati a fare la spesa e ritornando a casa non ho fatto altro che passare sulla neve nuova nonostante le scarpe basse e i calzetti e le corce dei pantaloni che si bagnavano, trovavo piacere lasciare segni dei miei passi bene distinti sulla neve nuova, poco lontano ragazzetti sulla neve nuova facevano gli angeli, si distendevano nella neve muovendo le braccia e lasciavano sulla neve nuova l’impronta dell’angelo

e io ti dedicai questa poesia che non ti piacque, fu nel 2006 su liberinversi , davvero Luigi eri un grande e io ti ho pensato spesso e convengo sulla poesia.

Luigi

Noto gli anni che hai e quelli di tua moglie
noto la tua vecchiaia e le macchie marroni
noto il tremito del labbro e quello delle mani
noto tutto, guardo bene e annoto e segno
i nodi del tempo che t’hanno legato i tendini
del braccio e della gamba destra, ti muovi
senza fretta e rimugini parole, le scrivi
su ritagli di carta che poi accatasti
alla finestra, tende bianche e farfalle
sfavillii e scintillii, puntini neri e grigi
mosche volanti davanti ai tuoi occhi
le insegui da destra a sinistra e poi
riattacchi, se non si può ricominciare
tornare indietro, si vada avanti fino alla fine
se spali la neve lo fai per liberare la strada
ti curvi la schiena e ripulisci e togli
per consentire il passaggio a quelli che verranno
è tutto giusto quello che fai, è tutto bello
diranno poi: oh, come spalava bene la neve Luigi
sapete come faceva, la neve volava in alto
poi ricadeva, s’accatastava ai bordi in linea,
curva, ellissi, in catastrofica geometria
spalare, levare, aprire un varco, bisogna fare presto
prima che il tempo arrivi e sciolga il ghiaccio
prima che arrivino i bambini
prima che venga l’angelo.

25 gennaio 2006

Cara Antonella, possiamo anche scherzare, ora immagino il tragico di un poeta neorealista degli anni cinquanta che immagina di scrive poesie per contribuire,anche se in minima parte, a fare un mondo migliore e tutto ad un tratto si accorge di aver contribuito solo a far scrivere poesie brutte ai poeti più giovani di lui in e in certi aver contribuito anche a far scrivere poesie belle e rimanere così inesarabilmente chiuso nell’ambito letterario, rimanere chiuso in un labirinto da dove non uscirà mai fuori. Un tempo immaginavo un critico letterario alla Carlo Bo che tutto ad un tratto sente gli urli di una ad uno che sta per annegare, il critico non si scompone, costata che sono urli
non autentici, non sono urli viscerali e continua per la sua strada. Infatti è la finzione letteraria e teatrale a sembrare più autentica, questa notte in Italia c’è persone che moriranno per il freddo, questo pensiero non suscita
nessuna commozione, ammettiamo che in una rappresentazione teatrale o
cinematografica una bella ragazza sta per morire congelata, si commuoverebbe anche le pietre. Ed io non sono affatto migliore di tutti gli altri, mia moglie è in questo caso migliore del sottoscritto per questo l’ho tanto amata. Una volta mia moglie diede cinquanta corone (cinque euro) ad un mendicante dicendogli che doveva promettergli di comperare con le 50 corone solo roba da mangiare, il mendicante gli rispose che non poteva prometterglielo. La cosa ci fa ancora ridere. Una volta in piena notte vidi una figura di donna che stava ad aiutare un uomo disteso in mezzo alla strada, avvicinandomi mi accorsi che era mia moglie che non si è mossa sino all’arrivo dell’autoabulanza, l’uomo disteso piageva e si raccomandava di farlo morire in pace, mia moglie fu inesorabile, volle salvarlo ad ogni costo. Brava Mary strano che ti sia innamorata di uno che scrive solo le poesie, certe volte quando l’annoio con cretinate mia moglie mi dice: Va, va a scrivere le tue poesie, considerandomi un mezzo scemo o tipo curioso e infantile che non può fare altro che scrivere le poesie. Luigi Di Ruscio

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2 thoughts on “Luigi Di Ruscio, ne convengo

  1. Sono commossa. Dalla tua poesia.
    E poi da quanto emerge dal suo scritto, dalla lucidità con cui annotava tutte le incongruenze del mondo poetico.
    Lui, un Grande, che dice di sé: un “tipo curioso e infantile che non può fare altro che scrivere le poesie”
    Menomale che lo ha fatto!
    grazie.
    cb

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