La bambina che voleva fare il cielo – favola o fiaba?

Scrivo poesie senza essere poeta, recensioni senza essere critico, romanzi senza essere scrittore, sceneggiature senza essere sceneggiatrice, commedie senza essere commediografa. Prima o poi mi metterò nei guai, ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere ed essere quello che E’, così mi sono scritta una favoletta senza essere… favolosa 🙂

Celestina era una bambina graziosa, aveva un nasino piccolo, degli occhi grandi, azzurri e trasparenti come due laghi di montagna, lunghi capelli biondi pettinati a treccia, labbra rosa. I suoi genitori erano molto orgogliosi di lei e l’amavano tanto. Celestina aveva tutto quello che una bambina può desiderare al mondo, aveva l’amore, abitava in una casa grande ed accogliente, aveva cibo e giocattoli a sufficienza. Aveva tutto, però non era felice perché voleva una cosa impossibile: voleva fare il cielo.
– Celestina vieni a giocare con noi, facciamo un girotondo – le dicevano le maestre ed i compagni di scuola, ma lei si rifiutava di giocare, e, cocciuta, rispondeva che no, che non ci stava, che non voleva giocare e che voleva fare solo una cosa, la solita: voleva fare il cielo.
Così chiama oggi e chiama domani, rifiuta oggi e rifiuta domani, finì che non la invitarono più a giocare e lei rimase senza amici. Era sempre sola e sempre triste. Passava i giorni a guardare il cielo e sognare di essere azzurra, guardava le nuvole e sognava di essere bianca, guardava le stelle e sognava d’essere d’oro, guardava la luna e sognava d’essere d’argento. Un giorno, che si annoiava più del solito, approfittando dell’assenza della mamma e del papà, che faceva il pittore, scese in cantina a cercare fra le vecchie cose qualcosa che la potesse distrarre, e cerca cerca trovò i colori del padre. Aprì i tubetti.
– Oh, che meraviglia! – esclamò Celestina – quando li vide; c’era il giallo, il blu, l’azzurro, il bianco, il rosso, l’argento, l’oro. Tutti i colori del cielo.
– Il mio sogno oggi si avvererà, ho trovato quello che mi serve per fare il cielo.
Si tolse l’abitino con i volants, prese un pennello e cominciò a dipingersi il corpo.
Dipinse un quarto del suo corpo di blu, poi con l’oro disegnò le stelle, con l’argento disegnò la luna. E così fece il cielo di notte.
Il secondo quarto lo dipinse d’azzurro, col rosso sfumato di giallo disegnò il sole.
E così fece il cielo di giorno.
Il penultimo quarto lo dipinse di nuvole.
E fece il cielo annuvolato.
E, finalmente, l’ultimo quarto lo dipinse di rosso.
E fece il cielo di sera quando buon tempo si spera.
Salì in camera e si guardò allo specchio, si vide bellissima, lei ora era il cielo.
Felice uscì in strada a cercare i compagni e farsi ammirare, ma non trovò nessuno, erano tutti andati al parco a fare il girotondo.
Quando il cielo la vide chiese al sole con voce tonante :
– Chi è questa piccola impertinente che mi vuole rubare il lavoro?
– E’ Celestina – rispose il sole – una bambina che vuole fare il cielo.
– Ma il cielo sono io! – urlò parecchio indispettito il cielo, e tanto urlò fino a che tuonò, e dopo che tuonò si riempì di nuvole nere fino a che cominciò a piovere furiosamente.
Celestina cercò di ripararsi sotto un albero, però l’albero non stava fermo perché il vento furioso lo scuoteva e le foglie ad una ad una cadevano sulla strada, allora cercò riparo dentro la scuola, ma il portone era chiuso, lei bussò ma nessuno aprì. Erano andati tutti a fare il girotondo al parco. Ad uno ad uno i colori del cielo che aveva dipinto sul suo corpo si sciolsero e Celestina non fu più cielo, fu solo una bambina bagnata, spettinata e impasticciata di colori.
– La pioggia ha sciolto il mio cielo! – affermò, poi alzò gli occhi e guardò il vero cielo e si accorse che il cielo era sempre azzurro e che solo le nuvole erano sparite, il sole non si era sciolto ed era ancora splendente e addirittura le sorrideva. I suoi colori si erano sciolti, ma non quelli del cielo vero! Il cielo vero parlò:
– Che questo ti serva da insegnamento, ognuno col proprio mestiere, ognuno con la propria natura, che le bambine facciano il loro mestiere, che è quello di fare le bambine, e il cielo faccia il proprio, che è quello di fare il cielo. Ora vai a casa, indossa i tuoi abiti e corri al parco, dove sono i tuoi colori, quelli del girotondo.

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cos’è favola o fiaba? boh!
da http://it.wikipedia.org/wiki/Favola

La favola è un componimento letterario breve, narrativo, che fornisce un insegnamento di carattere morale o didascalico. I protagonisti delle favole sono in genere animali antropomorfizzati (più raramente piante, oggetti inanimati o personaggi fantastici) rappresentanti dei vizi e delle virtù degli uomini.

Nella lingua italiana le favole vengono distinte dalle fiabe. Entrambi i termini derivano dalla radice latina fari (“raccontare”), e i due generi hanno molti punti di contatto, incluso il fatto di essere spesso intesi come componimenti adatti ai bambini. La fiaba, tuttavia, è caratterizzata dalla presenza di personaggi e ambienti fantastici, in genere assenti nelle favole, e di solito dalla mancanza di un intento didascalico evidente. Dal punto di vista della struttura letteraria e del fine, la favola presenta elementi di somiglianza con la parabola, la quale però non fa uso di animali antropomorfizzati o di esseri inanimati.

5 thoughts on “La bambina che voleva fare il cielo – favola o fiaba?

  1. Però lei dipinta da cielo per un attimo è stata felice? si? ed allora ne è valsa la pena.
    Niente ha tolto al cielo (quello vero) anzi così ha reso testimonianza della sua grandezza.
    Non è forse questo il conato di chi scrive per bisogno/passione e non per mestiere? Avvicinarsi al cielo.
    Nessuno dovrebbe scrivere per solo mestiere, è come quello che fa il suo lavoro senza passione: spento.

  2. è vero quello che dici ma solo in parte, se non si ha alla base una preparazione solida, se non si hanno in dotazione i giusti colori, colori indelebili e idrorepellenti, colori tenaci, viene la pioggia e cancella ogni pagina scritta, e delle parole non resta più nulla. sognare di fare il cielo finto o vivere il nostro girotondo, quello vero.

  3. Antonella, cara, secondo me la preparazione serve per essere nel mondo letterario. Per scrivere bastano carta e penna, per scrivere bene talento e preparazione.
    Fare il cielo finto è quello che fanno tutti gli scrittori, quelli finti e, soprattuto, quelli veri.

  4. …ma lo sai, mi ha fatto venire in mente una cosa che ho scritto anni fa, ora te la mando con mail, quando vuoi se vuoi la leggi, tanto è breve 🙂

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