Se t’avessi un pezzo un rombo
una quisquiglia, un triangolino all’ombra
un quadratino quasi un nonnulla
d’averci un ettaro non se ne parla
neppure un’ara sarebbe il caso
già è molto che qualcosa dico
che ti confido questo mio desiderio
sbocciato di notte alle tre
dopo una sigaretta fumata in piedi
dopo un sogno fatto di compiti
un acquerello venuto sporco
farei un giardino, ma piccolino
ci metterei fontane e liane
dell’ottocento la caffè house
un grande ficus come un castello
ma quanto è bello ma quanto è bello
con le sue fresie, i girasoli
le viole ciocche le maripose
i coniglietti le cinciallegre
le cornucopie piene di grano
le spighe d’oro il pellicano
le rose tee piante del thè
senza mai salici senza le spine
senza radici che fanno inciampare
senza le pietre i gatti morti
senza l’assenza
tutta presenza
un gran giardino pieno di fiori.
25 agosto 2009