La malnata di Beatrice Salvioni

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La malnata edito da Einaudi stile libero è uscito il 21 marzo in Italia e subito dopo in Francia, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Turchia, Bulgaria. Uscirà a breve anche negli Stati Uniti e in Germania, inoltre è in corso di traduzione in 32 lingue; pare che il romanzo abbia incantato gli editori di tutto il mondo. L’autrice è la giovanissima Beatrice Salvioni, un’esordiente uscita dalla Scuola Holden, così si presenta sul sito della suddetta: https://thewall.scuolaholden.it/allievi/beatrice-salvioni/  Volevo che la mia vita fosse un’avventura. A nove anni ho messo calze e succo di mela in uno zaino e sono scappata. È durata fino al cancello di casa. Ma da allora ho cominciato a scrivere storie. Classe 1995, ho conseguito una laurea magistrale in Filologia moderna presso l’Università Cattolica di Milano con una tesi sulle dinamiche della scelta nello storytelling interattivo. Frequento il secondo anno del college “Scrivere” presso la Scuola Holden di Torino. Ho vinto l’edizione 2021 del concorso per racconti inediti del premio Calvino con “Il volo notturno delle lingue mozzate”. Ho praticato scherma medioevale e ho scalato il Monte Rosa. Ho sempre pensato che la cosa peggiore della vita sia la sua assenza di senso narrativo. Per questo ho deciso di dedicarmi alle storie, qualsiasi forma decidano di assumere.

Il romanzo ha un inizio forte che inchioda alle pagine il lettore. L’ambientazione è  la riva del fiume Lambro. Tre sono i protagonisti della scena. Due ragazzine, Francesca e Maddalena. Il cadavere di un uomo riverso sopra il corpo di una delle due, è difficile scrollarsi di dosso un morto. Le due con molta fatica ce la fanno, infine cercano di nascondere il cadavere sotto una rete di tronchi  e rami, l’uomo ha sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore.

La storia è ambientata a Monza durante il periodo fascista, fra il 1935  e il 1936, nel periodo della conquista dell’Abissinia. Il romanzo racconta, per  voce di Francesca, l’amicizia indissolubile esistente fra lei e Maddalena Merlini detta la Malnata.  Francesca è un’adolescente di dodici anni  appartenente a una famiglia borghese e conformista, il padre produce berretti di feltro per l’esercito grazie all’interessamento sottaciuto della madre che ha una relazione extraconiugale con un fascista, il signor Colombo.  Maddalena è una ragazzina dal padre assente, appena più grande di Francesca, appartenente  a una famiglia indigente. La Malnata ha altri due fratelli, Edoardo, che per lei è come un padre, e Donatella, fidanzata con il figlio maggiore dei Colombo. Maddalena si sente responsabile delle sciagure occorse alla sua famiglia, come la morte del fratellino Dario, caduto dalla finestra di casa; l’incidente del padre, che ha perso una gamba in un ingranaggio della fabbrica.

Rosario Chiàrchiaro, personaggio nato dalla penna di Luigi Pirandello, è stato scacciato dal banco dei pegni perché era considerato uno Jettatore, al suo passaggio, tutti fanno i più svariati segni scaramantici: toccano il ferro, fanno le corna. Così dato che è considerato tale vuole  un riconoscimento ufficiale, al giudice D’Andrea chiede di volere una patente di iettatore. Rosario Chiàrchiaro era un malnato come Maddalena, come la cooprotagonista,  infatti quando la incontravano le donne dicevano diocenescampi e si facevano un frenetico segno della croce, gli uomini sputavano a terra. La malnata non aveva richiesto a nessuno la patente ma indossava quel soprannome come una corazza. Le accuse della gente diventano il suo senso di colpa ma anche la sua forza.

Francesca passando ogni giorno dal ponte del fiume Lambro vede questa ragazzina che gioca sulla riva del fiume con i maschi che si diverte, e ne è conquistata. I maschi che la seguono sono Matteo e Federico, il figlio della influente famiglia fascista dei Colombo, che con lei giocano sul Lambro e pendono dalle sue labbra.

Maddalena la affascina, vuole diventare sua amica, nonostante la Malnata sia disprezzata da tutti. Grazie alla complicità nata in seguito a un furto di ciliegie, finalmente le due lo diventano.  Tra i personaggi che gravitano attorno a Maddalena e a Francesca, oltre a Matteo e Federico, ci sono anche Tiziano, il fidanzato di Donatella, e Noè, il leale figlio del fruttivendolo. Francesca scoprirà grazie a  Maddalena l’importanza della libertà di opinione e la non sottomissione, l’importanza della verità. Imparerà a combattere gli abusi, il sessismo, l’oppressione,  a far sentire la sua voce. Imparerà a  ribellarsi alle piccole e grandi ingiustizie con cui convive.

La Malnata diventa il suo esempio di vita, il punto di riferimento. Sarà lei a raccontarle quello che accade al quando si diventa donne “ Noi femmine non ci dobbiamo schifare del sangue”. Le due si aiutano reciprocamente, Maddalena grazie a Francesca torna a scuola, sostenuta anche dal fratello Edoardo che ci tiene alla sua istruzione. La famiglia della Malnata avrà anche altre disgrazie oltre a quelle che già hanno l’hanno colpita, ma di tutto ciò la Malnata non ha colpa.

La storia di Maddalena e Francesca è una storia senza tempo. Ricorda per certi versi L’amica geniale di Elena Ferrante.  L’amicizia fra due ragazzine diverse per ceto e carattere, ma in generale anche il sentimento di amicizia e la lealtà di Noè, che supera ogni ostacolo ed è più forte di ogni interesse materiale in confronto a certi  rapporti  malati narrati nel romanzo. Il disagio delle ragazze nei confronti del proprio corpo che cambia con l’arrivo del mestruo, gli sguardi degli uomini che fanno sentire in colpa e che mettono in imbarazzo. Il fascismo sembra preso come spunto per via dell’ideologie  sessiste, la considerazione delle donne pari a zero, buone solo per fare figli, e l’ipocrisia imperante. Dopo l’inizio che fulmina, il romanzo procede pigramente, sembra che non accada nulla, e  quello che accade si svolge  con estrema lentezza. Poi il romanzo ha un balzo, prende il via, come se la parte centrale sia stata scritta in quel modo, affinché Francesca potesse avere la forza per arrivare più velocemente. Insomma il romanzo è un romanzo storico e di formazione, è  bello, avvincente,  veicola un messaggio importante,  mi è molto piaciuto, in pratica l’ho divorato, però, mio limite, non riesco ad afferrarne l’unicità nella storia e nell’impianto narrativo o in altri ambiti, tanto da fare sgomitare le case editrici per accaparrarselo (così almeno si legge in giro vedi ansa),  in libreria ce ne sono tanti di altrettanto ben scritti, ma ben venga anche questo, consiglio di leggerlo.  Antonella Pizzo

pubblicato su Limina mundi il 30 marzo 2023

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