Alle sette in punto la sirena strilla, trilla
il suono sale
sussultano le guance, i cuori in gola, in gioia
le mascelle strette a sanguinare,
si rilasciano, si lasciano le presse
oh dolce amore mio fumo di paglia
cosa ti piglia, ho questa voglia
umida sulla schiena e una poltiglia
di desiderio folle fra le gambe
nella rivoluzione industriale
i bambini vengono
strappati presto
dal seno delle madri
ed i corpetti tirati stacca straccia
cosa sono queste urla, questi pianti
questi discorsi di caramelle al latte
qui si svitano bulloni, si riavvitano le viti
in movimenti senza fine e con impegno
è l’ingegno che l’oro cola
è l’olio che i meccanismi unge e regge
questo tempo battuto, queste ore impilate
questo dire strozzato di capomastro
che soffia con voce di piffero
sulla nuca, sull’orecchio
fatti toccare bella, fatti palpare
alza le gonne accogli il novecento